Lucia Bosi

Eccomi qui, matrigna dal 2004.
Quando ho conosciuto il mio figliastro lui aveva poco più di 3 anni, ormai è un adulto.
Ho sposato suo papà nel 2017. Ci abbiamo pensato su un bel po’ prima di fare questo passo e abbiamo sorpreso tutti con una cerimonia intimissima a sorpresa. Nessuno era a conoscenza delle nostre volontà tranne il figlio di mio marito, lui era importante lo sapesse prima.
Lui è stato, ed è ancora, il mio e nostro primo pensiero.
Nostro perché con mio marito abbiamo condiviso questa scelta fin da subito, le esigenze di suo figlio sarebbero venute prima delle nostre. Facile a dirsi, un po’ meno da mettere in pratica. Soprattutto durante i nostri primi anni di fidanzamento quando, se tutto andava bene, qualche fine settimana saltava all’improvviso, quando al posto del “io e te” c’è stato subito il “noi”, quando sei costretta a fare i conti con una famiglia allargata prima ancora di aver deciso di costruire la tua!
Ricordo ancora le difficoltà dell’inizio, le incertezze, i dubbi, le prove a cui sei subito chiamata a rispondere.
Alcune cose ti spaventano più di altre, poi quando ti trovi a farle ti rendi conto che hai dato troppo importanza a cose che poi è stato facile affrontare. Come il primo incontro con la mamma del mio figliastro. Mi piace mettermi nei panni degli altri, mi è riuscito facile farlo anche con lei. Mi sono chiesta “al suo posto come mi sentirei nel lasciare mio figlio piccolo ad un’altra donna che non conosco?” Non è stato difficile rompere il ghiaccio, conoscerci e scambiarci ciò che era necessario per riuscire a far vivere al meglio la mia presenza nella vita del piccolo di casa, ancora scosso dalla separazione dei genitori. Quando abbiamo deciso di andare a vivere insieme, ho proposto a mio marito e alla sua ex di farci supportare da uno psicologo che ci aiutasse ad affrontare questa nuova fase. Siamo andati tutti e tre insieme, sicuramente insolito lo riconosco ma efficace ve lo assicuro!
Se potessi tornare indietro direi alla Lucia dell’epoca di preoccuparsi meno e di vivere meglio tutto ciò che la vita le sta offrendo. Ero sempre in dubbio di aver fatto la cosa giusta, di essere all’altezza. Pensandoci bene ancora oggi mi capita ogni tanto di pensarla così e quando mi confronto con le mie amiche mamme chiedo sempre se è così anche per loro. E la risposta è sempre sì.
Non sono diventata mamma, non abbiamo avuto figli nostri io e mio marito. Li volevamo? Io sì fin da subito, lui ha sempre nutrito dei dubbi, aveva timore ed io non ho mai insistito. Bisogna essere in due per viverla al meglio questa fase e da sola non sarei andata da nessuna parte. Nell’attesa mi sono logorata, non riuscivo più neanche a capire se lo volevo veramente un figlio, se stavo rinunciando per rimanere con lui o se invece era arrivato il momento di interrompere la relazione e ricominciare. Ho chiesto aiuto anche in questa fase, da sola non riuscivo a sciogliere i miei dubbi. Alla fine di un percorso illuminante, ho capito che lui era la mia metà perfetta, non avrei voluto nessun altro accanto e, anche senza figli, sarei stata felice ugualmente. Sono passati tanti anni ormai da quel momento. Fondamentale è stato il dialogo con mio marito, potersi aprire e mostrare cosa c’era nel profondo dei nostri cuori. Un’unione forte la nostra che è riuscita a resistere anche alla delusione di non essere riusciti ad allargare la nostra famiglia, nonostante poi avessimo deciso di provarci.
Accogliere il figlio di mio marito nella mia vita mi ha permesso di amare con la A maiuscola, mi ha costantemente messo in discussione rendendomi migliore. Farei tutto nuovamente da capo, visto il legame indissolubile che siamo riusciti a costruire e le persone che siamo diventate.